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Appenninata: l'Italia da Sud a Nord in moto

Tempo di lettura: circa 6 minuti

L'Italia da Sud a Nord: da Brindisi a Torino percorrendo un itinerario diverso da quello del viaggio di andata.

Giorno 1: Puglia, Molise, Abruzzo

Sveglia alle 6, finisco gli ultimi preparativi e dopo il consueto saluto struggente con i miei genitori mi metto in viaggio. Decido di prendere la SS16 in direzione Foggia, temprato dall’andata e dall’immensa noia provata nel percorrere la Benevento-Taranto. Mi sembra la scelta corretta poiché a metà mattinata ho già agevolmente percorso 350 km.

Giunto a Foggia, inizio a puntare in direzione Isernia, poiché avrei piacere di visitare il Museo del Paleolitico. Mi dimeno nelle stradine del Molise e una volta giunto ad Isernia, la piacevole sorpresa: il museo è chiuso! Auch.

Continuo quindi a proseguire verso l’amato Abruzzo e per l’ora di pranzo arrivo in un posto favoloso nei pressi di Alfedena: il Lago della Montagna Spaccata. Il posto è mozzafiato, acqua limpidissima e luce meravigliosa. Mangio seduto su una roccia, consumando il pranzo preparato amorevolmente dalle sapienti mani di mamma. Cerco di capire come scendere il più vicino possibile al lago in moto, foto di rito e mi rimetto in viaggio.

Attraverso il Parco del Gran Sasso, sempre immerso nel verde, sole e aria buona. Tutto molto bello, fino a quando non decido di andare ad immergermi in un nuvolone nero che mi costringe ad inaugurare il nuovo completo antipioggia e i guanti in Goretex.

Nel tardo pomeriggio mi ritrovo a guidare nei pressi del suggestivo Lago di Campotosto. Dopo aver ammirato il lago mi dirigo verso il B&B presso cui alloggerò. Appena arrivato effettuo la manutenzione della catena, scarico la moto e mi concedo una meritata doccia.

Ceno con tranquillità e chiedo al proprietario a che ora è possibile effettuare il checkout. Mi risponde dopo le 10:00. Ovviamente mi sembra tardissimo e gli dico che vorrei partire per le 7:00 al più tardi. Mi spiega quindi come prepararmi un caffé e mi dice di lasciare le chiavi sul bancone della reception. Vado a dormire.

Giorno 2: Abruzzo, Marche, Emilia Romagna

Sveglia alle 6, come da accordi con il proprietario mi preparo da solo un caffé doppio e mangio un pezzo di crostata. Preparo i bagagli e carico la moto e mi rendo subito conto che sarò accompagnato da nebbia e freddo. Inizio la mia arrampicata e mi imbatto in paesaggi spettrali ma molto caratteristici.

Ad un certo punto inizio a capire che non è propriamente nebbia, sto viaggiando dentro alle nuvole e man mano che salgo inizio a intravedere spiragli di luce. Inizia così la mia traversata nei dintorni dei paesi terremotati. Il paesaggio è spettacolare e sono immerso nel verde. Finalmente il sole inizia a scaldarmi facendo passare quella sensazione di freddo che mi accompagnava fino a poco prima.

Proseguendo verso Amatrice ed Accumoli iniziano i “problemi”. Mi perdo sulle montagne a causa di lavori e strade chiuse dall’esercito per motivi di sicurezza, salgo e scendo per strade tortuose e poco battute… impiego un po’ a realizzare di stare girando in tondo, ma ne è valsa la pena! Ritrovo la strada principale, a destra vedo le macerie lasciate dal terremoto, a sinistra i prefabbricati di chi in pochi minuti ha perso tutto. Il panorama è triste, ma molto suggestivo e quindi continuo imperterrito a macinare km dirigendomi verso le Marche attraversando i Monti Sibillini.

Superata la zona terremotata, continuo a rimanere immerso nel verde, e incontro asfalto perfetto, mi inizio a muovere in posti meravigliosi, quali il Parco della Gola Rossa in cui ci sono le famosissime Grotte di Frasassi.

Se non avete mai visitato le grotte di Frasassi, beh, fatelo! Sono meravigliose, ma molto fredde quindi copritevi bene e soprattutto andateci a stomaco pieno! Gli speleologi che le hanno scoperte sono stati lì dentro per giorni senza cibo, per questo tutte le stalattiti e stalagmiti hanno nomi di pietanze come ciambelle e spaghetti!

Continuo a percorrere asfalto tra gole, salite e discese, inizia a fare sempre più caldo e quasi quasi inizia a mancarmi il freddo iniziale della mattina! Mi dirigo verso il passo del Muraglione su cui mi arrampico passando per una strada che attraversa il bosco sotto la fresca ombra degli alberi che mi abbracciano. Una volta giunto al passo e dopo essermi reso conto di aver macinato un bel po’ di km, decido di prendere una scorciatoia prendendo l’autostrada da Bologna a Parma per arrivare a destinazione in tempi umani.

Arrivato a Parma, ceno con tranquillità con dei parenti che mi ospiteranno per la notte, dopodiché a nanna per affrontare la giornata successiva.

Giorno 3: disavventure in Val Padana

Sveglia con calma alle 07:30 e con tutte le buone intenzioni del mondo. Visitare Parma, dopodiché proseguire per il passo della Cisa, fare un tour delle cinque terre e tornare a Torino.

I miei piani vengono subito rovinati dal meteo: prevista pioggia su tutto il percorso. Decido quindi di visitare Parma, fare comunque il passo della Cisa e poi valutare la situazione. Mi metto in moto, trovo una benzinaio e penso: faccio il pieno ora così non ci penso più. Non l’avessi mai fatto…

Prendo una simpaticissima pompa verde scolorito e faccio il pieno. Pago e mi dirigo in direzione centro. Dopo 500 metri la moto inizia a strappare e un dubbio atroce fa capolino nella mia testa: avrò messo diesel?

Anche se la pompa è verde, guarda in alto, se non c’è scritto nulla, B7 vuol dire Diesel…

Panico: spengo la moto e la spingo fino al benzinaio per chiedere aiuto. Faccio notare che la pompa è verde e mi viene simpaticamente risposto: non ti possiamo aiutare, chiama il carro attrezzi e comunque se credi che quello sia verde, dobbiamo chiamare un dottore perché sei daltonico.

Mi sale l’incazzatura, mando a quel paese il simpaticone e spingo la moto via prima di dare fuoco alla stazione di servizio. Trovo un bar dove chiedo aiuto per trovare un meccanico. Un simpatico romano fa qualche telefonata ai meccanici più vicini, ma tutti rispondono che si occupano soltanto di auto. Morale della favola: non vogliono aiutarmi.

Spingendo la moto trovo un altro meccanico più avanti. Anche qui il titolare ride della mia disavventura e dice che non mi può aiutare perché di occupa solo di auto. Capisco l’andazzo: chi fa da sé fa per tre. Spingo la moto fino a dove ho alloggiato, cerco una ferramenta e vado comprare una pompa manuale e una tanica.

In 15 minuti riesco a svuotare tutto il serbatoio.

Cerco un altro benzinaio, spingo la moto per 1km sotto il sole. Faccio il pieno di 100 ottani e incrocio le dita: la moto si accende, singhiozza e si spegne clamorosamente. A forza di provare ad accenderla, la batteria muore. Trovo un centro assistenza Piaggio e chiedo in prestito uno starter di emergenza. La moto parte singhiozzando e, dopo una fumata bianca in perfetto stile conclave Vaticano, rimane accesa! Mi tolgo dallo stomaco 50kg d’ansia e la tengo accesa per un po’: sembra tutto ok!

Mi dirigo in centro, parcheggio la moto e festeggio con una Coca Zero e due tranci di focaccia. Mi dirigo in direzione duomo. I vicoli di Parma sono molto carini e ben disposti, il duomo spettacolare. Completo la mia giornata da turista visitando il museo diocesano, il battistero e la galleria nazionale.

Inizia piovere. Controllo le previsioni e dovrebbe smettere intorno alle 16. Visto che oramai i miei piani sono andati in fumo assieme al diesel, inganno il tempo girando i concessionari KTM, Yamaha e Honda.

Smette di piovere, indosso comunque i pantaloni anti pioggia e lascio la giacca impermeabile nel bauletto; finalmente parto in direzione Torino, sconfitto dal meteo che mi costringe a rinunciare ai miei piani e a rientrare in autostrada.

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Arturo

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